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Rapporto Ipsos - Anci Lombardia, la lettura dei dati

8 Febbraio 2016

Il commento scritto da Luca Comodo referente dell'istituto di ricerca

Pubblichiamo di seguito il commento ai dati pubblicati dal rapporto Ipsos - Anci Lombardia, scritto da Luca Comodo, Responsabile area Public Affairs di Ipsos.

La crisi: la morsa si allenta
Nel corso del 2015 cresce la percezione di un miglioramento della situazione economica, certificata anche dall’indicatore di fiducia dei consumatori rilevato da Istat. La banca dati sondaggi di Ipsos segnala un drastico calo di chi pensa che il peggio della crisi debba ancora arrivare, dato che nel corso del 2015 si attesta al di sotto del 40%, mentre era maggioritario negli anni precedenti, a partire dall’autunno 2011. In contrazione anche la percezione di peggioramento della qualità della vita. Oltre il 40% dei cittadini e la metà dei sindaci lombardi vede oggi almeno le prime avvisaglie di uscita dalla crisi.

In un contesto di riduzione del peggioramento
Per quel che riguarda le principali componenti della qualità della vita rimane tuttavia prevalente l’idea di un peggioramento nell’ultimo anno. Solo la raccolta dei rifiuti ha visto un netto miglioramento, mentre il resto peggiora, in particolare l’immigrazione, l’occupazione, il costo della vita. Ma se compariamo questi risultati a quelli degli anni precedenti è evidente la contrazione del pessimismo, in particolare relativamente al costo della vita, al lavoro, al reddito familiare. A conferma degli spiragli di uscita dalla crisi visti prima.

Sembra alleggerirsi l’impatto della crisi sui comuni
Posto che l’ente locale rimane il primo baluardo dei cittadini in difficoltà, la crescita delle richieste che esso deve sopportare sembrano però contrarsi. E dall’altro lato cresce per la prima volta da tre anni a questa parte la percentuale dei sindaci che ritengono che il proprio comune riesca a far fronte a tutte le richieste delle famiglie. Anche qui piccoli segnali che però, insieme ai precedenti, sembrano definire un cambio di clima complessivo.

I tagli: un miglioramento ancora poco visibile
I tagli ai comuni, come abbiamo visto, nel corso degli ultimi, hanno inciso profondamente. Nel 2015 però si amplifica, da parte dei sindaci, l’idea che l’incidenza sia più contenuta. E il confronto sulle singole voci di riduzione della spesa conferma questa valutazione: tutti i tagli sono stati meno consistenti rispetto a quanto fatto negli anni precedenti e soprattutto sono stati inferiori a quanto i sindaci temevano di dover fare lo scorso anno. Ma proprio perché comunque le riduzioni ci sono state, i cittadini non hanno ancora percepito miglioramenti, tanto che la percentuale di chi vede tagli importanti tende addirittura a crescere. Tuttavia il comune è sostanzialmente assolto dai cittadini: quasi due terzi valutano positivamente la qualità dei servizi erogati nonostante i tagli.

La legge di stabilità: assolta ma ancora insufficiente
Sia pur a fatica i sindaci assolvono la legge di stabilità in termini generali (ed è un evidente passo avanti rispetto alla netta stroncatura dell’anno scorso), ma reputano insufficienti le risorse destinate ai comuni, e dubitano che essa possa avere davvero un impatto importante sulla ripresa economica. L’aspetto assolutamente condiviso è naturalmente il superamento del patto di stabilità. Piuttosto critici invece sull’abolizione delle tasse sulla prima casa, viste come uno strumento importante di autonomia impositiva la cui abolizione non avrebbe dovuto essere totale ma riferita solo ai redditi più bassi, in questo in totale sintonia con i cittadini. Tanto più che questi ultimi pensano che l’abolizione sarà finanziata con altre tasse.

Gli sprechi e la casta
Anche quest’anno rimane rilevantissima la percezione degli sprechi nell’amministrazione pubblica, in particolare nello stato centrale (79% ritiene che vi siano sprechi elevati) e nelle regioni (69%). Una quota importante di cittadini ritiene che anche nei comuni gli sprechi siano importanti (41%). Tutti dati però in calo negli ultimi anni, a conferma di un relativo modificarsi del clima. I sindaci, seppur non omologati alla vituperata «casta» (solo 31% dei cittadini è d’accordo con questa affermazione), non sono del tutto assolti (solo 39% si dissocia), poiché quasi un terzo non sa come definire il proprio sindaco. Se quindi le valutazioni sono nettamente migliorate rispetto al 2011, il recupero non è ancora definitivo. In tema di sprechi i sindaci vedono sostanzialmente con favore le ipotesi di gestione associata, mentre solo il 30% si schiera per la fusione dei piccoli comuni.

Expo e immigrazione
Numerose indagini negli ultimi temi confermano che l’Expo è stato valutato un importante successo. E sembra aver avuto ricadute positive per il rilancio economico della città di Milano, della regione e, in misura minore, anche dell’intero paese. Convinzioni evidenti tra i cittadini, molto più solide tra i sindaci. Meno efficace invece per le singole realtà locali, dove l’impatto non è stato ancora visibile. Relativamente all’immigrazione, infine, la maggioranza assoluta condivide la distribuzione dei profughi pro quota rispetto alla popolazione, sia tra i sindaci che tra i cittadini. Ma tale distribuzione non può essere obbligatoria e deve essere subordinata al parere positivo del primo cittadino.

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