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RIORDINO TERRITORIALE

Riforma istituzionale, vademecum di Comuni e Province Lombarde per Regione e Governo

26 Aprile 2016

Sottoscritto il documento di ANCI Lombardia e UPL destinato al Presidente della Regione Roberto Maroni.

"Un risultato importante perchè parte dalla specificità del territorio lombardo". Così Roberto Scanagatti, presidente di Anci Lombardia, commenta la sottoscrizione e presentazione del documento congiunto indirizzato in primis al Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, sul riordino del sistema delle autonomie locali.

"Un modello territoriale a servizio dei sindaci lombardi per semplificare e rendere fnalmente chiaro chi fa che cosa e con quali risorse. Un insieme di linee guida per disegnare in modo pragmatico il percorso verso il nuovo assetto istituzionale, approfittando della semplifcazione in atto per migliorare organizzazione, efficacia ed efficienza dei servizi ai cittadini". Con queste parole Daniele Bosone, presidente di UPL e Scanagatti hanno ufficialmente sottoscritto il documento congiunto, alla luce dell'attuazione della Legge 56/2014 e della revisione costituzionale in via di approvazione in Parlamento.
Partendo dal presupposto dell'esigenza, espressa dalla legislazione, di un nuovo equilibrio tra i poteri locali centrato sui Comuni, e dall'esame delle specificità lombarde, individuabili nella popolazione numerosa, nella posizione geografica, nelle caratteristiche geomorfologiche del territorio e nell'elevato numero dei Comuni, secondo ANCI Lombardia e UPL "serve una rete che tenga insieme i territori e consenta di erogare servizi di qualità in un'ottica di semplificazione amministrativa e di possibile riduzione dei costi. Questa rete può partire dalla Regione e poggiare su Città Metropolitana e Comuni, che riorganizzano in modo appropriato le loro relazioni negli Enti di Area Vasta e nelle Zone Omogenee, individuate quale dimensione ottimale del governo locale di prossimità nelle quali favorire lo svolgimento associato delle funzioni comunali".

 

No al rischio di accentramento delle funzioni amministrative
"In questo modo - hanno sottolineato Scanagatti e Bosone - si evita il rischio di un accentramento delle funzioni amministrative a livello regionale e si pongono i presupposti per costruire un sistema amministrativo equilibrato, valorizzando le peculiarità dei territori proprio a partire dal protagonismo dei Comuni, che rappresentano il primo punto di contatto tra la repubblica e i cittadini".
“Consegniamo il documento a Regione Lombardia e al Presidente Maroni - hanno concluso i due Presidenti - per una discussione proficua al tavolo delle riforme, perché possa essere di riferimento, sia nelle interlocuzioni con il Governo sia nella traduzione di questi principi in una legge di riordino territoriale lombarda delle autonomie locali, senza stravolgerne gli assetti ma adeguandole alle nuove esigenze”.
Il "vademecum" promette di essere un valido strumento di lavoro sia a livello lombardo, sia nazionale. "Sta a noi adesso capire come la Regione intende relazionarsi con il territorio su grand temi come le aree vaste, partendo dal presupposto che cammineremo insieme", ha osservato Gianni Rossoni.

Pierluigi Mottinelli, presidente della Provincia di Brescia, facendogli eco, ha evidenziato che la contribuzione di Regione Lombardia è fondamentale, a fronte però della sostenibilità dei bilanci: "Spero che dopo questo protocollo, accada quanto successo nelle Comunità Montane: qui siamo di fronte a un tema politico, perchè l'introduzione della Città Metropolitana cambierà radicalmente i pesi attuali e noi dovremo farci i conti. Chi è fuori dalla Città Metropolitana non ha intenzione di contare di meno". Richiamo alla necessità di definire bene "chi fa che cosa", anche da parte di Eugenio Comincini, che ha invitato anche ad attivare un processo di semplificazione, acconsentendo anche alla cessione di alcuni poteri, laddove questi fossero meglio esplicati dalle aree vaste.

Da Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona, arriva invece l'invito ad approfondire alcuni concetti espressi dal documento, come la Governance e anche coinvolgere nella progettazione anche le realtà economiche del territorio e i cittadini: "Solo con un processo di inclusione e di rapporto con le realtà vicine possiamo pensare di dare reale efficacia a questo progetto".

(VV)

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