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Acqua pubblica: un confronto tra Comuni, Parlamento, Regione e aziende

20 Novembre 2017

Attenzione sui modelli gestionali che devono garantire servizi e sicurezza ai cittadini

"Come si può gestire al meglio una risorsa come l'acqua? Questa è una domanda attuale, soprattutto dopo l'estate siccitosa che si è conclusa e alla luce di un referendum che ha visto cittadini esprimersi per gestione pubblica acqua". Pier Attilio Superti, segretario generale di Anci Lombardia, ha avviato con questa domanda il seminario "La gestione pubblica dell'acqua", promosso da RisorseComuni con Water Alliance, che si è tenuto questo pomeriggio a Milano.

Il quesito è stato fatto proprio da Claudia Terzi, Assessore regionale all'ambiente energia e sviluppo, che ha constatato come, "solo qualche anno fa, dire che la gestione dell'acqua fosse un problema poteva sembrare un fatto strano". Per questo si deve quindi "lavorare a livello culturale affinché tutti i cittadini comprendano il messaggio relativo al valore dell'acqua e alla sua disponibilità per evitare sprechi". Per garantire la disponibilità e la sicurezza di questo bene è però necessario "dare ai territori degli strumenti affinché sia possibile gestirlo", focalizzando l'attenzione sulle "società e superando la loro frammentarietà, che non permette investimenti".

Anche Federica Bernardi, vice presidente di Anci Lombardia, ha posto l'attenzione sulle politiche legate dell'acqua, perché è "necessario un cambio di mentalità per poter dare servizi e sicurezza ai cittadini". Per Bernardi oggi "non si può pensare che le esigenze del piccolo Comune siano gestibili in casa, soprattutto perché abbiamo le questioni della manutenzione delle reti e della depurazione, per le quali sono necessari forti investimenti". E' quindi necessario "tenere barra dritta sullo sviluppo, perchè con il venir meno della parcellizzazione delle aziende si genera a un percorso virtuoso per superare per attrarre investimenti". 

Sulla questione è intervenuto anche Alessandro Russo di Water Alliance Lombardia, per il quale "il modello lombardo è positivo e ha permesso di affrontare anche la scorsa estate senza problemi. Da noi, infatti, è scontato pensare che se apriamo un rubinetto esce l'acqua, ma così non è in tutta Italia". Sui modelli diffusi localmente Russo ha evidenziato come "in Italia il 43% dei comuni ha affidato a società in house la gestione dell'acqua", e questo è importante se si pensa anche alla gestione extra territoriale, perchè, ad esempio, con "Water Alliance si crea possibilità  la per migliorare gli investimenti".

Siria Trezzi, Sindaco di Cinisello Balsamo e vice presidente di Anci Lombardia, ha riconosciuto che "l'Ambito Territoriale Ottimale è una grande risorsa per gestire i servizi idrici nella Città Metropolitana, dove permangono due diversi gestori con caratteristiche diverse" ma dove, attraverso l'integrazione e il sistema delle tariffe integrato, si può lavorare sulla gestione e la creazione dei servizi, come la messa in campo di 2 milioni di euro da parte dell'Ato per aiutare chi è in difficoltà con pagamenti". Trezzi ha inoltre considerato come "il gestore unico nei Comuni ha permesso di fare economie, ma anche di mettere in campo azioni lontane dalle possibilità concrete dei Comuni, come il bonus idrico, gli investimenti, la formazione nelle scuole e l'installazione delle Casette dell'acqua".

A concludere la carrellata di interventi ha preso la parola l'onorevole Franco Mirabelli, che ha subito considerato come "quando si parla di gestitone del servizio idrico e di sua innovazione non vale  la regola 'piccolo è bello'". Il Senatore ha tenuto a precisare come "l'acqua non è un bene scontato per tutti, ecco perché è stato necessario aver introdotto la tariffa sociale e la norma sulla morosità incolpevole. A livello nazionale però serve una riflessione aperta sulla gestione di questo bene e le aziende coinvolte, perché in molte regioni non esiste nemmeno un Ato, e soprattutto, si deve lavorare per contrastare la dispersione idrica, che è questione drammatica soprattutto nel sud". (LS)

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