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Aree interne, Bianchi: "Nuovo governo persegua gli obiettivi dell'Agenzia Nazionale snellendo le procedure"

18 Maggio 2018

Il delegato Anci intervenuto ad Acceglio al Forum annuale che ha rilanciato la strategia nazionale facendo il punto sui primi risultati conseguiti

“Questo forum è stato un ulteriore appuntamento che ha valorizzato l’opinione dei sindaci, soprattutto dei piccoli Comuni, che si confrontano ogni giorno con la sfida di creare opportunità di lavoro per fermare lo spopolamento dei propri territori. Il nuovo governo dovrà perseguire gli obiettivi dell’Agenzia per le aree interne efficientando le procedure, così che i sindaci possano proporre meglio gli interventi realizzati facendo risaltare i risultati concreti ottenuti”. Lo ha evidenziato Matteo Bianchi, vice-presidente nazionale di Anci e delegato per le Aree interne, intervenuto ad Acceglio, nel cuneese, all’incontro annuale di Sindaci e cittadini delle 72 aree dove si sta svolgendo la sperimentazione della Strategia nazionale per le “aree interne”, definita nell’Accordo di Partenariato 2014-2020.
Bianchi ha poi auspicato che il confronto a livello europeo sulle Aree interne proceda con una linea diversa dal recente passato. “Mi auguro che il prossimo governo sottolinei, alla luce della particolarità del nostro territorio italiano rispetto agli altri europei, la necessità di non considerare solo le agende urbane delle aree metropolitane ma che – ha argomentato il delegato Anci - si inizi ad avere una strategia ampia su tutte le aree interne ed urbane”.
Sono 1.077 i Comuni coinvolti (25% dei comuni classificati come “aree interne”, il 13,4% dei comuni italiani), organizzati in 72 sistemi territoriali, per 2.072.718 abitanti (15,5% della popolazione residente in “aree interne”, 3,4% della popolazione nazionale) che vivono in 51.362 kmq (28% del territorio interno, 17% di quello nazionale).
Nel suo intervento introduttivo, il ministro Claudio De Vincenti ha ricordato che a gennaio 2018 tutte le 48 aree -che hanno avuto copertura finanziaria dalle leggi di stabilità 2014, 2015 e 2016- hanno avviato il percorso di co-progettazione strategica; 19 delle quali lo hanno chiuso; mentre sono 10 le aree che ad oggi hanno sottoscritto gli accordi di programma quadro attuativi.
Il volume di investimenti mobilitati supera il miliardo di euro (di poco superiore alle risorse messe in campo per il Programma nazionale Città Metropolitane) ed il termine ultimo per ultimare gli interventi, come per tutti quelli della politica di coesione, è il 31 dicembre 2023.
Differente la distribuzione delle risorse fra le aree, che hanno approvato la strategia, in ragione della diversa intensità di aiuti assicurati dai fondi UE alle diverse regioni di appartenenza: si passa così dai 10,7 Meuro dell’area “Valle Maira e Grana” (Piemonte, regione “più sviluppata”) ai 9,25 Meuro del “Basso Sangro-Trigno (Abruzzo, regione “in transizione”), ai 26 MEURO della  “Alta Irpinia” (Campania, regione “meno sviluppata”).
Il picco dei finanziamento si registra nei “Monti Dauni” (Puglia), che totalizza 63 Meuro, mentre a fanalino di coda si colloca “Antola-Tigullio” (Liguria) con 5,9 Meuro.
A tutte le aree le risorse “ordinarie” nazionali della legge di stabilità assicurano 3,7 Meuro ciascuna per il potenziamento dei servizi di istruzione, salute e mobilità; mentre le risorse “aggiuntive” conferite -come visto con diversità intensità- dalle diverse Regioni a valere sui fondi UE sono destinate ad interventi innovativi per stimolare lo sviluppo locale (in agricoltura, nel turismo, nella vaporizzazione ambientale e culturale,  nello sport all’area aperta, nell’artigianato, ecc.) e la creazione di occupazione. 
Obiettivo generale della strategia è contrastare e invertire il trend di spopolamento di queste aree, che in alcuni casi ha raggiunto -secondo i demografi- “livelli di non ritorno”, mettendo a grave rischio la presenza antropica in ampie parti del territorio nazionale.
I lavori del Forum si sono articolati, oltre che nella discussione in plenaria (che ha visto fra l’altro la partecipazione al dibattito di Fabrizio Barca, consulente pro-bono strategia per conto della Funzione Pubblica, ed Enrico Giovannini, presidente di ASVIS, associazione che lavora all’attuazione in Italia dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile  dell’Agenda ONU 2030), in 6 Sessioni tematiche che hanno trattato alcuni dei temi al centro delle strategie d’area proposte dai territori: l’accesso alla salute come primo passo per l’inclusione dei cittadini, l’innovazione nella scuola per assicurare qualità ed equità nell’apprendimento, il rafforzamento delle coalizioni istituzionali per rafforzare l’azione dei sindaci e migliorare l’offerta di servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporto locale, ecc.), le pratiche di riscoperta e valorizzazione dei beni collettivi e relazionali, la manutenzione del territorio e la gestione\prevenzione dei rischi, la forza dei sistemi agroalimentari locali.
Ai lavori delle sessioni, condotti da main speaker esperti della materia, hanno partecipato sindaci, progettisti, dirigenti regionali e ministeriali, rappresentanti di altre autorità pubbliche, esponenti delle associazionismo civico e ambientalista, manager di aziende pubbliche e private, ricercatori universitari e singoli cittadini.

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