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EMERGENZA PONTI

Brivio: più condivisione delle informazioni e chiarezza delle competenze.

29 Agosto 2018

A Milano il punto sulle infrastrutture e i fondi necessari per mantenerle. Con una programmazione di lungo periodo e non emergenziale.

I presidenti delle 12 province lombarde, con i rappresentanti di Anci Lombardia e di UPL, hanno partecipato alla conferenza stampa convocata a Milano il 29 agosto 2018 per fare il punto sulla raccolta dati richiesta il 20 agosto dal Provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche ai Comuni di Lombardia ed Emilia Romagna. Una richiesta avanzata dopo i gravi fatti di Genova, che verteva su sicurezza, emergenze, priorità della rete infrastrutturale locale ma che, dovendo essere soddisfatta in poco meno di due settimane, ha suscitato non poche polemiche. "Impossibile tracciare uno scenario completo ed esaustivo", hanno commentato in molti. "L'amministrazione ordinaria, purtroppo, diventa emergenziale quando la si dimentica", hanno osservato altri.
I lavori sono stati aperti da Pierluigi Mottinelli, presidente di UPL, che ha sottolineato come la collaborazione tra i vari enti coinvolti ha fatto sì che i risultati richiesti siano stati raccolti, tracciando così un quadro il più completo possibile della situazione attuale.
"Abbiamo ideato una scheda di raccolta dati che ha riscosso molto successo, tanto da essere adottata a livello nazionale", ha commentato Dario Rigamonti di UPL. A cui poi è spettato il compito di analizzare i dati sinora raccolti (disponibili nell'allegato), con una raccomandazione, condivisa anche dal presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio: "Questo è un primo passo. Adesso chiediamo alle istituzioni centrali di sedersi al tavolo con noi, per ragionare insieme sui dati disponibili. Anci continuerà a fornire ai Comuni tutto il supporto necessario, svolgendo anche un ruolo di governo della domanda sugli investimenti necessari nei confronti dei livelli superiori di governo".


Gli interventi prioritari, provincia per provincia
Pur nella complessità del momento, dicevamo, tutti gli attori coinvolti si sono impegnati per segnalare almeno gli interventi che si ritengono prioritari. Vediamoli, come riportati dalle parole dei presidenti di Provincia:
- Della Bitta (So): 400 km strade provinciali, 250 ponti sotto monitoraggio e a una prima valutazione, 65 situazioni di criticità. Investimento richiesto: 10 mln euro
- Poma (Pv): sei ponti sul po, 250 manufatti, un monitoraggio già avanzato, e un costo complessivo di 23 mln di euro, di cui metà con copertura e metà no. Il Ponte della Becca, in particolare, esemplificativo dei tanti ponti che sono a fine vita e non possono più reggere il carico del traffico attuale.
- Vincenzi (Va): 244 ponti, nessuno in serio pericolo.
- Morselli (Mn): 536 ponti, 21 fluviali, 5 sul Po. Ne metteremo in evidenza 32, per un investimento di 25-30 mln di euro.
- Invernizzi: (Mb): una rete viaria più limitata in termini di km, ma un carico di traffico, in particolare sulla Sp 35 Milano Meda, che richiede interventi e strategie ben definite.
- Passerini (Lo): due ponti crollati in 10 anni e tante difficoltà: per esempio, avere informazioni sul passato è complesso per una provincia giovane, e poi c'è il personale che manca. Le situazioni più critiche sono a sud della Provincia.
- Morano: (Lc): diverse criticità sulle 13 infrastrutture presenti tra ponti e cavalcavia. Sei dovranno essere ricostruiti, il resto avrà bisogno di rinforzi. Stimiamo una richiesta di 35 mln di euro.
- Azzali: (Cr): le criticità maggiori sono sui ponti sul Po
- Livio (Co): abbiamo 550 km di rete viaria e 150 ponti. Una ricognizione senza dati pregressi in 10 gg non è seria e deve prevedere capacità finanziarie che non abbiamo.
- Rossi (Bg): 40 mln di intervento su 1390 ponti censiti
- Censi (Mi): grazie a un accurato sistema di localizzazione abbiamo sotto controllo tutte le situazioni, nessuna presenta criticità urgenti.
- Mottinelli (Bs): parliamo di 480 viadotti, di cui una 40ina da monitorare con attenzione. Servirebbero 7 milioni di euro.


Le prospettive future: maggiore dialogo e condivisione, stop allo scaricabarile
Come è possibile evitare un altro Morandi? Come bypassare gli interventi emergenziali per lavorare su una programmazione seria e di lungo periodo? Come sempre, la risposta arriva dalla combinazione di diversi interventi. Qualcosa sta cambiando, per esempio, a livello centrale: nella ultima legge di Bilancio è previsto un piano straordinario di manutenzione da 1,6 mld in 6 anni. E se nel 2018 solo 120 milioni sono stati già impegnati, dal 2019 ci saranno 300 milioni in 5 anni. C'è poi il nodo della condivisione. Sottolinea Arianna Censi, vice sindaco della Città Metropolitana di Milano: "Sono felice che questo tema abbia rappresentato l'occasione per la ripresa di una modalità di collaborazione tra Città Metropolitana e Province, che si sono entrambi da subito impegnati per dare risposte e oggi i cittadini possono vivere in totale sicurezza". Censi però segnala anche qualche mancanza: "Le questioni di sicurezza attengono a un costante monitoraggio delle strutture. Quello garantito negli ultimi tre anni da Città Metropolitana ha subìto una svalorizzazione delle istituzioni e una specie di fuga di tecnici e dirigenti. Oggi ci si accorge che è indispensabile, ma noi non abbiamo mai smesso di dirlo e di farlo, compatibilmente con le risorse disponibili, come sarebbe giusto, in un quadro di programmazione almeno triennale". Concorda Pierluigi Mottinelli, presidente di UPL: "Adesso tutti chiedono sicurezza, ma noi diciamo da sempre che serve un monitoraggio serio e continuativo". Altro nodo cruciale: "Dobbiamo velocizzare e sburocratizzare le procedure della PA. Potremo garantire in modo più competente quello che i cittadini meritano, essendo in grado di rispondere a una sollecitazione in tempo utile".
Brivio ricorda che su questo tema i Comuni sono coinvolti in duplice senso: hanno opere di stretta competenza propria (strade, viadotti, ecc...), ma allo stesso tempo, chiunque sia il gestore della infrastruttura, le eventuali inefficienze ricadono sul Comune. "Siamo di fronte a una cosa che ci riguarda sempre, anche se non ci compete. Per questo speriamo che il ministero abbia chiesto gli stessi dati ad Anas, Rfi, ecc...e a tutte le realtà coinvolte, perchè il quadro è davvero complesso". E il presidente di Anci Lombardia conclude: "Auspico che Genova sia un'occasione di responsabilità e di creazione di un catasto complessivo, condiviso, in cui le competenze siano ben distribuite. Perchè nessuno pensi più di ricorrere allo tecnica dello scaricabarile". (Valeria Volponi)

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