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Audizione in Parlamento

Anci: ''Con miglioramenti spesa pubblica si blocchi riduzione di quella comunale''

23 Aprile 2015

L'associazione è stata sentita stamani sull’applicazione del fondo di solidarietà comunale e del nuovo sistema contabile degli enti locali

“Parlamento e governo considerino di usare i miglioramenti del ciclo economico, che hanno generato effetti positivi sulla spesa pubblica, per arrestare il trend negativo che da cinque anni blocca la spesa comunale. Che i Comuni abbiano contribuito in modo ‘straordinario e sproporzionato’ al risanamento finanziario statale non lo diciamo noi ma il presidente della Corte dei Conti Squitieri”. Lo ha detto il sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza locale, Guido Castelli, durante l'audizione dell'Anci davanti alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, dove l'associazione è stata sentita stamani sull’applicazione del fondo di solidarietà comunale e del nuovo sistema contabile degli enti locali. 
Castelli ha ricordato come nell’ultimo lustro “il comparto comunale ha compresso la spesa primaria di più del 7 per cento, mentre il settore previdenziale l’ha aumentata del 3,6 per cento ed il comparto statale ha stretto i cordoni della borsa del solo 2,3 per cento”.
Una situazione, questa della riduzione ‘necessitata’ della spesa comunale, che l’Anci ritiene incomprensibile a fronte delle numerose riforme avviate in questo periodo. “Stiamo vivendo una stagione importante di riforme, dalla revisione del sistema degli enti di area vasta, con province e città metropolitane, alla riforma del catasto e della riscossione fino all’imposizione immobiliare con la local tax”, ha puntualizzato il delegato Anci. “Tutto questo deve svilupparsi in un contesto in cui lo stress economico sia per lo meno fermato, non chiediamo più soldi – ha precisato ancora- ma che le nostre riforme non si sviluppino su un tapis roulant finanziario”.
Il sindaco di Ascoli ha peraltro ribadito come proprio l’avvio del nuovo sistema di contabilità rischia di aggravare il sacrificio già richiesto ai Comuni. “Ci si dimentica che il nuovo sistema rappresenta una manovra nella manovra, visto che – ha spiegato – produce, nel’ipotesi più restrittiva un altro 1,8 miliardi di tagli, ovvero di minore spesa che trova giustificazione nel fatto che le amministrazioni stanno depurando i loro bilanci e questo è in sé una manovra positiva”.
E proprio per rendere maggiormente sostenibile per i bilanci comunali il passaggio al nuovo sistema contabile, l’Anci ha avanzato alcune proposte emendative per il decreto enti locali che il governo sta approntando. Nello specifico si prevede la possibilità di procedere ad un nuovo riaccertamento straordinario dei residui, per consentire anche agli sperimentatori di utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione sulla base di norme e periodi certi (e più lunghi) per l’assorbimento dell’eventuale maggior disavanzo. Mentre per il solo 2015 è richiesta la possibilità di usare i proventi derivanti dalle alienazioni patrimoniali per la copertura del Fondo crediti di dubbia esigibilità di parte corrente.
Quanto poi al fondo di solidarietà comunale, Castelli ha sottolineato come nell’applicazione pratica, da quest’anno per la “prima volta nella storia repubblicana è il sistema decentrato ad alimentare lo Stato con proprie risorse per circa 400 milioni. Come Comuni abbiamo bisogno di chiarezza e di regole di ripartizione che non vadano a penalizzare alcuni enti”, ha proseguito l’esponente Anci riferendosi ai criteri adottati dalla Conferenza Stato Città del 31 marzo. “Si tratta di una questione tecnica che diventa in sostanza politica: la divisione proposta finisce per penalizzare quasi duemila enti tra i 3 mila ed i 10 mila abitanti che – conclude Castelli – dovranno così fare fronte ad un ulteriore taglio di oltre il 20 per cento”. 
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