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Città Metropolitane - Fassino: ''Loro istituzione allinea Italia a standard europei dei governi locali''

31 Ottobre 2014

"La legge Delrio - ha ricordato - rientra in un più complessivo ridisegno dell'architettura istituzionale, che prevede la revisione del Titolo V della Costituzione ed il superamento del bicameralismo perfetto"

"L'istituzione delle Città metropolitane allinea l'Italia ad un processo di riorganizzazione del governo locale che  altri Paesi europei hanno completato da tempo e del quale si è discusso nel nostro paese per ben 24 anni fa". Lo ha sottolineato il sindaco di Torino Piero Fassino che, nella sua qualità di sindaco metropolitano, ha aperto ieri la seduta di insediamento del Consiglio metropolitano torinese.
"La legge Delrio - ha ricordato - rientra in un più complessivo ridisegno dell'architettura istituzionale, che prevede la revisione del Titolo V della Costituzione ed il superamento del bicameralismo perfetto. Si tratta dunque di una grande opportunità, una grande occasione che dobbiamo cogliere", ha proseguito ribadendo che i principi dell'autodeterminazione e del riconoscimento delle specificità delle comunità locali saranno garantiti in sede di elaborazione dello Statuto della Città Metropolitana, il primo importante adempimento del nuovo Consiglio.
Ricordando, poi, che il territorio della Città Metropolitana va ben oltre l'area metropolitana torinese, confinando, caso unico in Italia, con un'altra Regione, la Valle d'Aosta, e con un altro Stato, la Francia, Fassino ha ipotizzato una governance che tenga conto degli interessi e delle esigenze delle aree esterne a quella metropolitana mentre per quanto riguarda le competenze e le funzioni del nuovo Ente, che siano proprie o delegate dalla Regione, il sindaco metropolitano ha evidenziato che con l'amministrazione regionale si dovrà aprire in tempi brevi un confronto sulle funzioni, sulle risorse e sul personale.
Infine, richiamando i timori espressi negli ultimi mesi da alcuni amministratori dei piccoli Comuni, Fassino ha precisato che le risorse su cui conterà il nuovo Ente dovranno essere proprie, e quindi non sottratte ai Comuni, e che l'apparato amministrativo sarà quello ereditato dalla Provincia. "E' importante - ha concluso - una politica di incentivazione alla gestione associata dei servizi e alle Unioni di Comuni, anche per garantire un confronto equilibrato tra gli interessi di Torino e quelli delle aree più esterne del territorio".
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