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Comitato Regioni - Approvato parere su sicurezza sul lavoro

17 Febbraio 2015

L'idea di fondo del Parere di D’Attis è di puntare sulla cultura della prevenzione e una nuova cultura dell'impresa fondate sul principio che la qualità e la salute delle persone è determinante anche per favorire la qualità dei processi produttivi

Sostenere la competitività delle imprese, puntando sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro in tempi di crisi. E’ questo il punto centrale del parere “Un quadro strategico dell'unione europea in materia di salute e di sicurezza sul lavoro 2014-2020”, approvato dal Comitato delle Regioni, durante la sessione plenaria del 12 febbraio, che ha visto come relatore il consigliere comunale di Brindisi, Mauro D’Attis che è anche uno dei nove vicepresidenti del Gruppo Ppe a Bruxelles.
“Il CdR – commenta oggi D’Attis – ha sposato in pieno il parere che è stato redatto anche seguendo le indicazioni dell’Anci. Abbiamo inserito proposte innovative – aggiunge il consigliere comunale di Brindisi – che hanno fatto parte delle indicazioni venute dall’Italia durante la guida del Semestre europeo”. Tra queste D’Attis ricorda la proposta di “istituire un’agenzia unica degli ispettori del lavoro e la richiesta al Cdr di farsi promotore verso la Commissione al fine di escludere dai patti di stabilità interni i costi per la bonifica e la sicurezza sul lavoro. Abbiamo anche chiesto alla Commissione di rivedere la governance di settore, al fine di ridisegnare la mission di organi e agenzie privilegiando la Osha, l’agenzia europea sulla salute e la sicurezza sul lavoro”.
L'idea di fondo del Parere di D’Attis è di puntare sulla cultura della prevenzione e una nuova cultura dell'impresa fondate sul principio che la qualità e la salute delle persone è determinante anche per favorire la qualità dei processi produttivi. Il parere propone, inoltre, di attuare strategie di contrasto alla disomogeneità normativa e applicativa nel mercato Ue, e anche di tutelare la salute dei lavoratori migranti insieme ai lavoratori non dichiarati, stranieri provenienti dai Paesi dell'unione europea ma anche dai Paesi terzi. 
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