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Fassino: ''Con Accordo Anci Ministero e Terzo Settore benefici per chi non ha lavoro e per i Comuni''

28 Gennaio 2015

L’accordo dà attuazione alla novità introdotta dal Decreto Legge 90 del 24 giugno 2014 che, attraverso le risorse del neonato Fondo Nazionale per il Volontariato (5 milioni di euro per ciascuno dei due anni), garantisce le copertura previdenziale ed assicurativa alle persone inserite nei progetti attivati dal terzo settore, e che potranno partire dal prossimo 1 febbraio

Ministero del Lavoro, Comuni e terzo settore alleate per promuovere la diffusione e l’attuazione di iniziative sperimentali con cui coinvolgere le persone, che beneficiano di strumenti di sostegno al reddito, in attività di volontariato a fini di utilità sociale a favore dei Comuni. Il tutto grazie a progetti realizzati insieme da organizzazioni del terzo settore e dagli stessi Comuni che ne dovranno certificare lo svolgimento. L’obiettivo è quello di creare un’opportunità di ‘utilizzo’ lavorativo sociale per cinque milioni di giornate lavorative annue, equivalenti a circa 19 mila soggetti per un intero anno. E’ questo il senso del protocollo di intesa firmato oggi al ministero del Lavoro dal ministro Giuliano Poletti, dal Presidente dell’Anci, Piero Fassino, e dal Portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri.
L’accordo dà attuazione alla novità introdotta dal Decreto Legge 90 del 24 giugno 2014 che, attraverso le risorse del neonato Fondo Nazionale per il Volontariato (5 milioni di euro per ciascuno dei due anni), garantisce le copertura previdenziale ed assicurativa alle persone inserite nei progetti attivati dal terzo settore, e che potranno partire dal prossimo 1 febbraio.  
“Questa iniziativa ha innanzitutto un alto valore morale, perché consente a chi fruisce di sostegno al reddito di restituire qualcosa alla propria comunità, mettendo a sua disposizione tempo, competenza e professionalità”, ha sottolineato Fassino. Ma per il presidente dell’Anci i progetti sperimentali hanno anche un valore concreto, visto che andranno a favorire “l’inclusione di soggetti a rischio di scivolamento nella marginalità sociale e lavorativa, offrendo loro l’opportunità di rimanere attivi e di cogliere possibili occasioni di futuri sbocchi lavorativi”. Infine, grazie all’avvio dei progetti, potranno trarre un beneficio anche gli stessi enti locali e le organizzazioni del terzo settore: “i primi – rileva Fassino - utilizzando in modo ‘sociale’ le persone potranno erogare servizi aggiuntivi alla propria comunità accrescendo l’offerta garantita ai cittadini; le seconde potranno espandere le loro attività e la loro economia”.
Da parte sua il ministro Poletti ha sottolineato il valore dell’iniziativa sperimentale che l’Anci si è impegnata a sviluppare nei Comuni sostenendoli nell’attuazione. “Il governo è convinto della necessità di legare gli interventi di tipo sociale ad alcune condizionalità, al cittadino che riceve un sostegno economico – ha spiegato il ministro – chiediamo una partecipazione responsabile alla vita della sua comunità. Tutto questo amplia la sua rete di conoscenze e le sue stesse opportunità di reinserimento lavorativo, visto che – ha ricordato - la maggior parte delle offerte di occupazione capita sul piano relazionale”.  Quello che in sostanza si andrà a realizzare è un triangolo di collaborazione “tra lo Stato che garantirà la copertura finanziaria dei rischi dei volontari, i Comuni che sono gli enti più vicini ai cittadini, e le organizzazioni del terzo settore già attive sul terreno del sostegno sociale”, ha sintetizzato Poletti.
“In questo momento di grave crisi economica – ha affermato il Portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri – la nostra organizzazione non intende chiamarsi fuori. Vogliamo contribuire a sviluppare un meccanismo di cittadinanza attiva per persone che altrimenti rischiano di diventare un peso per sé e per gli altri. Siamo certi – ha concluso Barbieri – che riusciremo a farlo rafforzando il forte legame di collaborazione già attivo con i Comuni, nel quadro della sussidiarietà scritta a chiare lettere nella nostra Costituzione”.

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