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Patto di stabilità: un'interpretazione discutibile del monitoraggio

7 Agosto 2014

Il Ministero dell'economia e delle finanze ha espresso attraverso una nota metodologica una posizione non condivisibile sugli spazi finanziari concessi dalla legge n. 183/11

Per poter ottenere gli spazi finanziari concessi con legge n. 183/2011 (ultimo periodo del comma 9 bis dell’art. 31,  introdotto dal comma 535 dell’art. 1 della legge di stabilità 2014), devono essere realizzati pagamenti in conto capitale per un importo pari almeno al doppio degli spazi concessi. Questa la conseguenza di un’interpretazione della norma sul monitoraggio da parte della la Ragioneria Generale dello Stato e della una nota metodologica alla compilazione del prospetto relativo al monitoraggio del Ministero dell’economia e delle finanze.
Il tutto a pochi giorni dalla scadenza del monitoraggio semestrale del Patto di stabilità interno (lo scorso 28 luglio).
Secondo il Mef, infatti, la somma riconosciuta dalla norma non è da considerare come una riduzione della manovra a carico dei Comuni, ma come uno stimolo al pagamento degli investimenti oltre quanto ordinariamente programmato dal singolo ente. Si tratta di una posizione non condivisibile sia nel merito sia nel metodo.
Anci sta sollecitando il Ministero dell’economia e delle finanze a rivedere la propria posizione, anche attraverso la formulazione di proposte emendative alla legge vigente, al fine di consentire a tutti i Comuni di utilizzare i maggiori spazi garantiti dalla legge di stabilità 2014, con riferimento all’intero anno 2014 e non soltanto al primo semestre dell’anno.
 
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