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Stato - Città, Anci: ''Nel Dlgs sul federalismo fiscale le risorse necessarie per città metropolitane e nuove province''

22 Gennaio 2015

In definitiva “chiediamo che Città Metropolitane e province di secondo grado non siano gravate inutilmente di ulteriori pesi che – ha concluso Fassino – non farebbero altro che ridurre ancora di più le risorse finanziarie per l’espletamento delle loro funzioni”

Per favorire l’attuazione della legge Delrio, “si dia applicazione all’articolo 25 del DLgs 68 del 2011 sul federalismo fiscale che individua alcune poste di bilancio a favore delle Città Metropolitane e province di secondo grado. Il provvedimento, già approvato dal Parlamento, può essere reso operativo con un semplice decreto della presidenza del Consiglio, assegnando ai due enti le risorse, finora insufficienti, ad esercitare le loro funzioni”. E' la proposta avanzata dal presidente dell'Anci, Piero Fassino, durante la riunione odierna della Conferenza Stato Città, che si è svolta stamani al Viminale, presieduta dal sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci.
“Se si desse corso a quel Dlgs – ha spiegato il leader dei sindaci - si potrebbero garantire ai due nuovi enti le risorse necessarie per poter realizzare i loro obiettivi, ferme restando tutte le prescrizioni che la Delrio e la legge di stabilità prevedono sulla riduzione degli organici, e sul risanamento degli enti in base ad una politica finanziaria rigorosa”.
Intervenendo alla riunione, insieme ai vice presidenti dell’Associazione, i sindaci Federico Pizzarotti di Parma e Roberto Pella di Valdengo, Fassino ha ribadito la “necessità che si tenga conto del fatto che la legge Delrio espande le competenze delle Città metropolitane e riduce quelle delle province di secondo grado. E questa differenziazione di funzioni – ha precisato – va considerata in modo adeguato nel riparto delle risorse da assegnare”.
“La nostra sul Dlgs 68 è una proposta”, ha aggiunto il presidente Anci che è tornato nuovamente a sollecitare di “la non applicazione alle Città appena nate delle sanzioni che derivano dal mancato rispetto del patto di stabilità, laddove le province uscenti lo abbiamo sforato”.
In definitiva “chiediamo che Città Metropolitane e province di secondo grado non siano gravate inutilmente di ulteriori pesi che – ha concluso Fassino – non farebbero altro che ridurre ancora di più le risorse finanziarie per l’espletamento delle loro funzioni”.  
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