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Violenza donne - Giornata internazionale, De Paulis: ''non sia passerella mediatica ma appuntamento per non dimenticare''

25 Novembre 2014

Dai 124 femminicidi del 2012 si è passati a 177 casi denunciati nel 2013. Un trend che si dimostra piuttosto negativo dall’inizio dell’anno, si conta circa una vittima ogni tre giorni.

“Una giornata per commemorare le numerose vittime di atti di violenza e di maltrattamenti e per denunciare uomini, spesso partner o ex partner, che, oltre ad abusare del corpo femminile, strappano la dignità fisica e morale della donna e feriscono la sua identità”. 
Parole di Alessia De Paulis, delegata Anci alle Pari Opportunità, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e celebrata in tutto il mondo per ricordare il brutale assassinio di tre donne vittime del regime dominicano.
“Non pensiamo alla giornata del 25 novembre come ad una ennesima passerella mediatica – aggiunge la delegata - piuttosto diventi un momento di riflessione, una occasione di scambio e  di sensibilizzazione, è un impegno che richiede una battaglia culturale collettiva per superare vecchi stereotipi e per garantire pari opportunità e integrazione sociale”.
Rispetto al 2014 i dati sul femminicidio sono piuttosto allarmanti; dai 124 femminicidi del 2012 si è passati a 177 casi denunciati nel 2013. Un trend che si dimostra piuttosto negativo dall’inizio dell’anno, si conta circa una vittima ogni tre giorni.   
“Sono cifre che destano preoccupazione e sono numeri che non possono lasciarci indifferenti – commenta De Paulis -. La violenza contro le donne – sottolinea la delegata Anci - non è un fenomeno privato che coinvolge soltanto la vittima e il soggetto maltrattante, piuttosto è un atto nascosto che si tende a rendere invisibile, è un problema sociale e come tale va gestito”. E prosegue: “da parte del Governo chiediamo ancora una volta un segnale chiaro, servono nuove e maggiori risorse rivolte ai Centri antiviolenza, perché, dopo aver allontanato la vittima dall’aggressore, si dovrà pensare all’accoglienza e all’assistenza alle donne maltrattate e ai loro figli. 
Un paese che non interviene a livello nazionale con investimenti importanti, con misure di prevenzione e in attività di sostegno e cura verso le donne – conclude De Paulis - dimostra di essere un paese con profonde carenze a livello culturale, sociale ed economico”.
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