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Osservatorio Ipsos - ANCI Lombardia: presentazione rapporto

28 Novembre 2012

Presentato a Palazzo Marino a Milano il terzo Rapporto "Le opinioni dei cittadini e dei sindaci lombardi"

Sono stati presentati questa mattina i risultati della terza edizione del Rapporto dell’Osservatorio Ipsos – ANCI Lombardia, condotto in parallelo tra cittadini e sindaci della regione. A entrambe le categorie di intervistati è stata chiesta l’opinione sulla crisi, sulle scelte che i Comuni dovranno fare per fronteggiare i tagli imposti dalla manovra economica e sul federalismo. Il rapporto, oltre a rappresentare un supporto alle attività istituzionali di ANCI Lombardia e all’azione amministrativa dei Sindaci, fornisce un quadro del contesto lombardo, utile per orientare le scelte compiute a livello locale.

 

Di fronte alla crisi: cittadini e sindaci a confronto

Per gli intervistati si fa sentire il peso della crisi e delle manovre del Governo che hanno tagliato le risorse dei Comuni. Per i cittadini infatti peggiorano sensibilmente tutti i temi legati a lavoro, economia e reddito disponibile, mentre i Sindaci hanno evidenziato maggiori preoccupazioni e difficoltà per trovare delle risposte soddisfacenti ai bisogni emergenti.

Se in generale prevale una percezione di peggioramento su tutti gli aspetti testati, emergono come particolarmente critici per i cittadini lombardi 3 fattori: il costo della vita (dove la differenza tra chi ritiene che tale tema sia “migliorato” o rimasto stabilmente positivo e chi ritiene che sia“peggiorato”o rimasto negativo segna un saldo decisamente negativo -74% ad indicazione di una netta prevalenza dell’idea di un peggioramento), il lavoro (dove tale differenza è - 64%) e il reddito individuale (-57%).

Si deve però segnalare che, di fronte all’aumento delle richieste di sostegno delle famiglie, l’81% dei Sindaci dichiara che il proprio Comune non riesce più a fornire risposte adeguate (dato in aumento di 15 punti percentuali rispetto allo scorso anno). In tale contesto le principali misure messe in campo per aiutare i cittadini sono volte al sostegno del reddito (nel 68% dei Comuni) e alla diminuzione delle spese per i servizi comunali (58%); meno diffusa la diminuzione delle aliquote IMU (19%).

Di fronte ai nuovi tagli, il 96% degli amministratori e il 76% dei cittadini lombardi prevede una forte ripercussione sull’operato comunale. Guardando al prossimo anno la gran parte dei Sindaci intervistati si dice intenzionata a toccare il meno possibile gli investimenti dedicati ai servizi sociali, per l’istruzione e per la raccolta dei rifiuti, mentre ulteriori tagli si prevedono per la manutenzione delle strade e del verde pubblico e per le spese relative alle biblioteche e alle manifestazioni culturali. Confrontando le previsioni dei Sindaci con i tagli che farebbero i cittadini emergono alcune discrepanze: i sindaci ipotizzano tagli alle spese di manutenzione delle strade e dei marciapiedi (nel 57% dei casi), mentre non considerano una riduzione delle spese relative ai costi degli uffici (previste solo dal 7% degli intervistati). I cittadini, al contrario, richiedono maggiori tagli alle spese degli sportelli comunali (auspicate dal 25% degli intervistati) e minori riduzioni alla manutenzione delle strade e dei marciapiedi (7%).

Sul fronte dei servizi si contrae fortemente la percentuale dei cittadini che sarebbero disposti a pagare di più alcuni servizi comunali al fine di mantenerli come sono ora (il valore passa dal 48% del 2011 al 26% del 2012). I sindaci, di fronte alle difficoltà, hanno comunque iniziato quest’anno - e continueranno l’anno prossimo - ad alzare alcune tariffe: al primo posto quelle legate all’IMU per la seconda casa (74% dei casi) seguite dalla Tarsu (53% dei casi), poche invece le modifiche dei costi per i servizi agli anziani e degli asili comunali.

 

IMU ai Comuni

In merito all’IMU si segnala il fronte comune tra sindaci e cittadini per mantenere il gettito dell’imposta nelle casse comunali, proposta che convince l’89% degli amministratori e il 67% dei cittadini.

 

La “casta”, gli sprechi della PA e il federalismo

Parlando di sprechi nella Pubblica Amministrazione, i Comuni sembrano essere considerati l’istituzione “meno sprecona” tra quelle testate. Per il 53% dei cittadini lombardi infatti le amministrazioni comunali governano con nessuno o pochi sprechi (che non incidono però sul loro operato), mentre più “spreconi” sono considerati lo Stato (per il 93% degli intervistati amministra con “molti sprechi”), le Regioni (85%) e le Province (79%). Cresce anche la fiducia nei sindaci che, per quasi la metà del lombardi, non fanno parte della “casta” (nel 2011 la percentuale si era assestata al 39%).

Per ridurre i costi di gestione dei Comuni l’84% dei cittadini e il 79% dei sindaci condivide l’idea delle fusioni obbligatorie, anche se una parte evidenzia la necessità di salvaguardare l’autonomia dei singoli municipi. Si deve però osservare come questa idea si scontri con il responso registrato dai recenti referendum per l’approvazione, a livello locale, di alcune fusioni che hanno avuto esito negativo.

Sul federalismo i lombardi mostrano alcune perplessità. La sua realizzazione non è avvenuta per il 62% degli intervistati e, per il 57%, la riforma non ha cambiato le cose, anzi, per il 18% dei cittadini le ha peggiorate. Nonostante queste risposte il federalismo deve essere rafforzato per il 61% degli interpellati. Infine, uno dei problemi che il federalismo comporta è quello dello spreco e della corruzione, favorita secondo il 50% degli intervistati. Per ovviare al problema e per garantire che la spesa dei Comuni eviti abusi, per i cittadini sarebbero utili dei maggiori controlli da parte della Corte dei Conti (43%) o comunque un aumento dei controlli in generale (30%). Solo il 17% vede invece nell’aumento dei controlli un appesantimento della burocrazia.

 

I giovani lombardi, un’anteprima

Il Rapporto prevede infine una sezione particolare dedicata ai giovani, ancora in fase di analisi.

Da un primo sguardo ai risultati si emerge la consapevolezza che il i giovani si trovino a vivere in un momento

di forte difficoltà, e che essi abbiano uno svantaggio netto rispetto ai coetanei degli altri paesi europei. Nonostante i giovani si sentano inoltre schiacciati dalle generazioni precedenti, manifestano una propensione a reagire, anche a costo di sacrifici, dato che richiama tutti a una maggiore responsabilità nei loro confronti.

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