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#Protezione2016

Presentato a Roma il rapporto 2016 sulla protezione internazionale in Italia

16 Novembre 2016

Dal 2014 Anci lavora con il ministero dell’Interno a una migliore distribuzione delle presenze dei migranti nelle Regioni

A livello mondiale, nel 2015, circa 34mila persone al giorno sono state costrette a fuggire dalle loro case per l’acuirsi di conflitti e situazioni di crisi, ovvero una media di 24 persone al minuto: Si sono così contati, nel 2015, oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. Si trovano in regioni in via di sviluppo i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati a livello mondiale. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno.  In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea. Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Sempre alla fine di ottobre 2016, sono arrivate in Italia 159.432 persone (+13% rispetto all'anno precedente), fra cui 19.429 minori non accompagnati (12,1%); alla stessa data in Italia 171.938 persone accolte in diverse strutture di accoglienza (CARA, CDA, CPSA, CAS, SPRAR).

Nicotra: "Lavoriamo a un sistema stabile e sostenibile per i territori, si punti al modello Sprar"
“Dal 2014 come Anci abbiamo lavorato con il ministero dell’Interno ad una migliore distribuzione delle presenze dei migranti nelle diverse Regioni. Il nostro obiettivo ora è concorrere ad organizzare un sistema di accoglienza ed integrazione stabile e sostenibile, così da eliminare addensamenti in alcuni Comuni ed assicurando il controllo della distribuzione delle presenze”. Lo ha evidenziato il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra intervenendo alla presentazione del Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia in corso di svolgimento  oggi a Roma presso la sede nazionale dell’Anci.
“In un arco di tempo ragionevole – ha proseguito il segretario Anci – puntiamo a passare da una gestione emergenziale del fenomeno migratorio, tutta imperniata sul canale prefettizio di accoglienza, ad un sistema strutturato che punti sul ruolo dei Comuni e sul modello dello Sprar. Un modello che ha il vantaggio di puntare tutto sulla programmazione dei Comuni condivisa con il mondo associativo per favorire un’integrazione reale degli immigrati”.
In questo senso Nicotra ha ricordato come l’Associazione si sia impegnata a fondo per rafforzare tale modello, cambiando con il Viminale  “le regole di accesso al sistema, con un nuovo bando pubblicato ad agosto che introduce una sorta di ‘accreditamento permanente’, favorendo così la progettazione dei Comuni, svincolati da scadenze per partecipare ai bandi”.
Un’altra tappa importante in questo percorso è arrivata poi con la direttiva dell’11 ottobre scorso con cui il ministero dell’Interno ha riconosciuto ai Comuni la cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’. “I Comuni che hanno già attivi progetti Sprar – ha spiegato – sono salvaguardati dall’attribuzione di presenze da altri sistemi di accoglienza. Si tratta di un criterio indicativo che certo – ha aggiunto – non significa l’automatico passaggio ad un nuovo sistema, ma che offre un parametro preciso per un’accoglienza che superi la gestione emergenziale e dia risposte al disagio espresso da molte comunità”.
“In questa direzione – ha ricordato - per supportare i Comuni che volontariamente scelgono di aderire alla rete abbiamo proposto, tra gli emendamenti alla Legge di bilancio, la possibilità di non calcolare le spese per il personale impegnato nei progetti Sprar ai fini della valutazione dei tetti di spesa e di assunzioni di personale”.

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