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Istruzione

La riforma del sistema educativo e di istruzione. Seminario sulla "Legge delega 0-6 anni"

8 Novembre 2016

La Casa dei Comuni ha ospitato un interessante confronto sul provvedimento all'esame del Governo e Parlamento

La legge n. 107 del 2015, la legge su “La buona Scuola”, ha previsto una serie di deleghe al Governo su diverse materie, tra cui la revisione del sistema educativo e di istruzione per la fascia 0-6 anni d’età.
In proposito è stato presentato un disegno di legge nel 2014, e l’argomento è di grande attualità, soprattutto alla luce dell’iniziativa “Nidi gratis” in corso in Lombardia, per la quale Anci Lombardia ha sottoscritto una convenzione con la Regione.
Alla luce di questa situazione il Dipartimento Istruzione di Anci Lombardia ha proposto ai Comuni lombardi un seminario, che si è tenuto lunedì 7 novembre, per un confronto con la relatrice del progetto di legge, la senatrice Francesa Puglisi e per approfondire alcuni aspetti della riforma del sistema educativo e di istruzione che interessano direttamente i Comuni
I lavori sono stati aperti dal Presidente del Dipartimento Istruzione, Pierfranco Maffè, che ha illustrato ai numerosi Amministratori presenti l’attività svolta da Anci Lombardia dall’approvazione della Legge su “La buona Scuola”, del luglio 2015, sino ad oggi. Sono infatti stati organizzati seminari su diversi argomenti, tutti legati all’attuazione della legge: Presentazione della Legge 107, Scuola digitale, Edilizia scolastica, Scuola aperta, Istruzione degli Adulti, Innovazione tecnologica e, ora, la Legge delega 0-6 anni.

La proposta di legge: contenuti e sviluppi
La senatrice Puglisi ha quindi illustrato il progetto di legge, precisando che si tratta di “un provvedimento che consente un salto culturale, con il passaggio da servizio sociale a percorso di educazione e istruzione anche per i bambini della fascia 0-3 anni. L’obiettivo resta il 33% previsto dall’Unione Europea, cioè la percentuale di soddisfazione della domanda potenziale per gli asili nido espressa nel territorio comunale. L’Italia sta viaggiando a due velocità: il Centro-Nord presenta dati incoraggianti, il Sud meno”. Dalla relazione è emerso che oggi questo sistema anni è finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Sociali, che lascia alla sensibilità delle Regioni la promozione dei servizi per la fascia 0-3 anni. Le differenze tra le regioni nascono anche da qui. Con il progetto di legge, secondo la Puglisi “il sistema 0-3 anni entra a pieno titolo nell’ambito educativo e di istruzione, con livelli di qualità oggettivi, tra cui la formazione continua per il Personale in servizio  ed il coordinamento pedagogico, soprattutto in relazione al passaggio dal nido alla Scuola dell’infanzia, nella prospettiva della continuità e della corresponsabilità”. “Questo provvedimento non sconvolge l’attuale sistema – ha continuato la sen. Puglisi – anzi intende ricomprendere e valorizzare le esperienze positive in corso nei vari territori. La Scuola dell’infanzia continuerà a seguire le Indicazioni nazionali diramate dal Ministero dell’Istruzione per il primo ciclo, con l’ottica del superamento delle condizioni di precarietà e con la stabilizzazione dell’offerta educativa, comprese le Sezioni Primavera. I servizi educativi per la fascia 0-3 non saranno più considerati a domanda individuale, ma non per questo i Comuni saranno obbligati ad erogarli. Nella legge di stabilità 2017 si sono previste le risorse necessarie: 120 milioni di euro per il sistema dell’infanzia, 12 milioni per l’integrazione scolastica degli alunni disabili, 63 milioni per le detrazioni fiscali. Il Fondo nazionale sarà ripartito in base alla programmazione e ai cofinanziamenti regionali, considerando quanto già fanno i Comuni. La legge risponde in modo innovativo alla richiesta sia di standard di qualità sia di opportunità di apprendimento, nel rispetto dell’autonomia del bambino.”

Il punto su “Nidi Gratis”
E’ poi intervenuta Claudia Moneta, la Dirigente regionale che sta seguendo in prima persona l’esperienza “Nidi gratis”, che la Lombardia ha attivato in forma sperimentale nella scorsa primavera e che durerà sino a luglio 2017.  La misura consente l’abbattimento della retta per le famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro. “Le risorse regionali – ha affermato Claudia Moneta - arrivano alle famiglie tramite i Comuni, che hanno aderito in modo consistente all’iniziativa regionale (n. 738 enti, circa la metà dei Comuni lombardi). Rapportato alla popolazione, il dato è ancora più interessante: si è intercettato il 69 % della popolazione totale, che diventa il 91% se rapportato alla popolazione dei Comuni con nidi pubblici. Le famiglie lombarde che hanno beneficiato della misura sono 13500. Entro il mese di novembre si riunirà la Cabina di regia regionale, quindi a breve avremo la fotografia esatta di quanto sta accadendo in Lombardia. Stiamo verificando anche la tipologia delle famiglie richiedenti: il 57 % risulta costituito da genitori italiani, il 9 % è di tipo “misto”, il 17 % riguarda due genitori nati all’estero. Le previsioni della Regione sono state confermate e la misura verrà confermata anche in futuro. Ora, con la presentazione del progetto di legge, la sfida riguarda la possibilità di conciliare l’esperienza regionale in corso con il nuovo scenario normativo nazionale”.

Cosa pensano le scuole dell’infanzia
Ha preso quindi la parola Giampiero Redaelli, Presidente di FISM Lombardia, che nella nostra regione gestisce numeri importanti nella Scuola dell’infanzia (oltre 120mila bambini nella fascia 3-6 anni), ma che ha rivolto l’attenzione anche alla fascia 0-3 anni. Sono 538 le scuole paritarie lombarde che gestiscono servizi per la prima infanzia, per un totale di n. 8.442 bambini, con 1.224 educatori e 172 ausiliari.     La FISM ha apprezzato l’iniziativa di Anci Lombardia, che da sempre garantisce un confronto costante con i Comuni e che nella nostra regione ha consentito l’attuazione di collaborazioni significative.

La riflessione politica
Infine è intervenuta l’onorevole Elena Centemero, deputato e membro della VII Commissione della Camera, che ha evidenziato la necessità di salvaguardare il sistema dove esiste e funziona bene, garantendo la pluralità dell’offerta educativa. Nella sua qualità di Presidente della Commissione Eguaglianza e non discriminazione del Consiglio d’Europa ha anche chiesto attenzione alla conciliazione e alla cura delle persone, soprattutto dei bambini, rispettando l’esperienza virtuosa della Lombardia.

Il confronto e le proposte territoriali
Si è quindi aperto il dibattito, con gli interventi di numerosi Amministratori locali e di rappresentanti delle Cooperative sociali che gestiscono i servizi.
Le principali questioni poste hanno riguardato i tempi e le modalità di attuazione della riforma, la costituzione dei poli per l’infanzia, la sostenibilità del sistema, la scarsità delle risorse a disposizione dei Comuni, la necessità di rivedere e rifinanziare il diritto allo studio, il problema della denatalità, l’esigenza di garantire l’integrazione scolastica degli alunni disabili.
In particolare si evidenzia l’intervento dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo, che ha presentato un documento concordato con gli Assessori all’Istruzione di Cremona e Mantova e che pubblichiamo in calce al presente comunicato.

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