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#DIGNITA'PERISINDACI

Manifestazione sindaci, Decaro: siamo colpevoli di voler fare solo il nostro lavoro.

7 Luglio 2021

Chiediamo di rispondere delle responsabilità che ci competono

Questa mattina, al termine della riunione del Consiglio nazionale dell’Anci, i sindaci hanno sfilato in corteo sino a raggiungere P.zza SS. Apostoli dove il presidente Antonio Decaro ha preso la parola:
“Ci stiamo battendo per una causa che non riguarda solo tutti noi. Riguarda chi verrà dopo di noi. E riguarda soprattutto le nostre comunità.
Lo voglio dire subito. Noi non stiamo chiedendo immunità. Noi non stiamo chiedendo impunità. Noi sindaci oggi chiediamo soprattutto rispetto.
Chiediamo che si rispetti il nostro ruolo, che si rispettino i nostri diritti, che si rispetti la nostra libertà di fare del bene per le nostre città.
Non possiamo più tollerare di ricevere un avviso di garanzia per omicidio colposo per una mancata manutenzione di un tratto stradale. Come è accaduto a Simone Ruggieri quando era sindaco di Matera. O di essere indagati perché durante un concerto organizzato dalla Pro Loco un faretto cade in testa a una cantante, come è successo a Matteo Bianchi, sindaco di Morazzone. O di ricevere cinque avvisi di garanzia in nove anni, come accaduto a Federico Pizzarotti.
Certo, tutte vicende che si sono chiuse con archiviazione, proscioglimenti, assoluzioni, ma nel frattempo chi ridarà a Simone, Matteo, Federico e a tutti noi la serenità che mesi o anni di tritacarne mediatico hanno tolto a loro e alle loro famiglie? Questa caccia alle streghe deve finire" spiega Decaro dal palco insieme agli altri sindaci. 
"Ma non siamo venuti qui per lamentarci.
Siamo rei confessi e siamo venuti qui per costituirci.
Il nostro reato è fare il mestiere di sindaco.
E questa è l'arma del delitto. Una penna. 
Questa è l'arma con cui ogni giorno i Sindaci firmano centinaia di atti, consapevoli che ognuno di questi può trasformarsi in un avviso di garanzia.
La vorremmo consegnare oggi simbolicamente ai rappresentanti del Governo e a tutti i membri del Parlamento.
La consegniamo a chiunque deciderà di venire nelle nostre città e nei nostri comuni. Perché capiscano che in quei secondi che precedono la firma di ogni atto, noi sindaci siamo divorati da un dubbio amletico: firmare o non firmare.
Perché se firmi rischi di essere indagato per abuso d’ufficio. E se non firmi per omissione di atti d'ufficio.
Bene. Noi non siamo più disposti a prenderci colpe che non ci appartengono. Saremo i primi a denunciare abusi e corruzione, ma siamo stanchi di fare i capri espiatori". 
 "Chiediamo di essere trattati e considerati dall’ordinamento giuridico alle stesse condizioni delle altre cariche elettive. Non chiediamo esclusività ma uguaglianza e pari dignità continua decaro introducendo il tema dell'incandidabilità dei sindaci "Vogliamo poter scegliere se candidarci al Parlamento. E vogliamo poterlo fare serenamente, senza la spada di Damocle delle dimissioni sei mesi prima dell’elezione. 
È ora di riformare la legge Severino, che impedisce ai sindaci (e solo ai sindaci, ancora una volta) di mettersi al servizio della propria comunità o di altri enti per due anni dalla fine del proprio mandato. Questo articolo, nato per evitare fenomeni di corruzione tra chi gestisce per più tempo un dato centro di potere si è trasformato in un decreto licenziamenti solo per i sindaci e gli amministratori locali. Siamo solo noi quelli che non possiamo ricoprire altri incarichi dopo aver svolto il nostro mandato. 
Le nostre proposte su questi punti sono chiare e sono state presentate al Governo, al Parlamento, ai tutti i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione a cui chiediamo un impegno formale e concreto che porti all’adozione nell’arco dei prossimi tre mesi di un decreto legge che riconosca il diritto per i sindaci di fare i sindaci, senza paura, senza timore di mettere quella firma.
Vogliamo pagare se sbagliamo ma vogliamo che tutti abbiano ben chiaro quando è il sindaco a sbagliare e quando invece non c’entra nulla"
"Da sindaco e presidente della nostra associazione io prometto che non mi fermerò fino a che non avremo una risposta a queste nostre richieste. Fino a che non vedremo riconosciuti i nostri diritti - conclude Il presidente dell'Anci - Voglio farlo e devo farlo per noi, per i nostri colleghi che hanno pagato ingiustamente, per le migliaia di sindaci assolti a cui nessuno ha chiesto scusa".

Dopo il presidente Decaro sul palco sono intervenuti: Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale Anci; Roberto Pella, vicepresidente vicario; Virginia Raggi, sindaco di Roma; Chiara Appendino, sindaco di Torino; Giuseppe Sala, sindaco di Milano; Giorgio Gori, sindaco di Bergamo; Stefania Bonaldi, sindaco di Crema; Luca Baroncini sindaco e coordinatore Anci Giovani; Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale Anci dei piccoli Comuni e Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore Anci delle Città metropolitane.

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