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Dal Consiglio di Stato via libera alla compartecipazione familiare

2 Febbraio 2011

L’orientamento conferma la posizione dei Comuni

“Grande soddisfazione a nome di tutti i Comuni per una sentenza che ristabilisce un principio fondamentale di giustizia”.
Così Attilio Fontana, Sindaco di Varese e Presidente di ANCI Lombardia commenta la sentenza 551/2011 del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da un Comune in ordine all’ammontare di un contributo per assistenza disabili.
La sentenza del Consiglio di Stato recita: “E’ fuori discussione che occorre tenere presente la situazione reddituale complessiva del nucleo famigliare, e non solo quella del soggetto svantaggiato, essendo evidente il concorso del reddito complessivo del nucleo in parola per la sussistenza del soggetto in parola, mentre la compartecipazione del Comune (per l’assistenza al concorso del reddito) e della Regione (per le necessità sanitarie) è vicenda che trova conforto nella ripartizione degli interventi e non può pensarsi che nella specie si verta esclusivamente in ambiti di assistenza sanitaria, la quale ha solo riferimento a questioni che attengono alla salute del soggetto e non anche e non soltanto alle sue condizioni economiche”.
Anci Lombardia ha condotto a nome dei Comuni lombardi una battaglia per garantire ai cittadini non autosufficienti il diritto all’assistenza, con particolare attenzione nei riguardi di quegli utenti le cui famiglie non sono in grado di sostenerne le spese.
Quello della compartecipazione Isee e del quoziente familiare alle spese di assistenza – continua Fontana - è infatti un punto fondamentale di difesa dell’uguaglianza sociale tra i cittadini, da perseguire con particolare decisione in un momento in cui le risorse economiche a disposizione dei comuni sono sempre più scarse”.
(Il Fondo nazionale per le politiche sociali assegnato agli ambiti che nel 2009 ammontava a 518,226 milioni e nel 2010 a 380,22 milioni e’ stato ridotto a 270 milioni di euro; il Fondo per le politiche è passato da 100 a 52 milioni di euro e non risultano più fondi per l’autosufficienza, che nel 2009 e nel 2010 ammontavano a 400 milioni di euro. Nel complesso, i Comuni dovranno fare fronte a tagli per 1,5 miliardi di euro nel 2011 e 2,5 miliardi dal 2012).
“A fronte di stanziamenti che si assottigliano – prosegue il Presidente di ANCI Lombardia - l’unica soluzione equa da un punto di vista sociale è quella di chiamare le famiglie che se lo possono permettere a compartecipare alla spesa di assistenza del loro congiunto. Solo in questo modo i fondi dei Comuni saranno sufficienti per garantire assistenza gratuita a quegli utenti che non hanno alle spalle la sicurezza economica di famiglie agiate”.
“Alla luce di questo orientamento e partendo dal dato di fatto che il reddito famigliare è applicato agli altri servizi a valenza sociale erogati dai Comuni, in modo da garantire a tutti un servizio di qualità a un prezzo equo– conclude Fontana - ci aspettiamo che i legislatori nazionali e regionali intervengano a dirimere questa questione nella direzione del riconoscimento della compartecipazione delle famiglie che se lo possono permettere alle spese di assistenza” .
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