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Legge di Stabilità - Fassino: ''peso sui Comuni non di 1,2 ma di 3,7 miliardi''

29 Ottobre 2014

Tra pochi giorni si svolgerà l'assemblea annuale dell'Anci. "Il tema di fondo che affronteremo in quella occasione - ha concluso Fassino - è la compressine della nostra autonomia che avviene da anni"

“Al presidente del Consiglio chiederò una forte correzione della legge di Stabilità, che sui Comuni pesa per 3,7 miliardi e non per 1,2 come rappresentato sulla stampa. Senza significativi correttivi rischiamo nel 2015 un’evoluzione insostenibile della spesa corrente, molte città non potranno rispettare il patto di stabilità, mentre le città metropolitane potrebbero non decollare. E se dovesse venire confermata questa riduzione delle risorse, molte istituzioni territoriali non saranno più vive nell’arco di tre anni”. Lo ha detto il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino intervenendo all’Assemblea dei presidenti di Provincia, riunitisi oggi a Roma anche in vista dell’incontro tra le autonomie locali ed il governo.
Parlando alla platea dei presidenti riuniti a Palazzo Valentini a Roma, Fassino ha ancora una volta ribadito come la rappresentazione mediatica della manovra non corrisponde alla realtà: “E’ del tutto destituito di fondamento parlare di un contributo richiesto di 1 miliardo agli enti di secondo grado e di 1,2 miliardi ai Comuni. Al taglio iscritto formalmente – ha spiegato Fassino – vanno aggiunte altre pesanti decurtazioni derivanti da provvedimenti del 2013 e 2014 che ricadranno sull'esercizio 2015”. Tra queste il presidente Anci ha menzionato “il fondo di spesa per i crediti poco esigibili” la cui istituzione, insieme ad altre misure “determinerà un peso ancora più oneroso rispetto ai tagli assegnati, annullando i vantaggi dell’allentamento del patto di stabilità”.
Per questo motivo Fassino ha confermato che chiederà “al governo una significativa correzione non soltanto sulla dimensione di tagli lineari, ma anche dell’impatto che le nuove misure, come appunto il fondo per i crediti poco esigibili, avranno sul peso complessivo del sacrificio richiesto ai Comuni. E dopo l’incontro – ha annunciato - chiederemo un incontro a tutti i gruppi parlamentari per rappresentare anche a loro come stanno effettivamente le cose”.
Venendo al delicato passaggio di funzioni verso le nuove Province e Città Metropolitane determinato dalla legge Delrio, il presidente Anci ha sottolineato come i tagli della manovra siano “preclusivi della possibilità di far decollare” le nuove istituzioni. “Le Città Metropolitane dovranno svolgere funzioni ulteriori rispetto a quelle delle Province uscenti, senza tenere conto poi del fatto che molte Regioni in questi anni hanno delegato molte funzioni”, ha affermato Fassino ricordando che finora in Conferenza Unificata si è raggiunto solo un accordo di massima.
Infine, dal presidente Anci un accenno ai temi della prossima assemblea Anci, in programma la prossima settimana a Milano. “In quell’occasione porremo con forza il tema dell’autonomia dei Comuni. Dobbiamo chiedere che si chiuda una stagione caratterizzata da una forte compressione dell’autonomia comunale e si apra una stagione nuova basata sulla centralità dei Comuni”, ha scandito Fassino. Autonomia che per il presidente Anci è essenziale sia “come condizione perché i Comuni possano realizzare le loro politiche in modo trasparente verso i cittadini; ma anche perché – ha concluso – le autonomie locali sono i luoghi più dinamici, in cui si può realizzare il vero sviluppo del Paese. 

 

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