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Osservatorio Ipsos - ANCI Lombardia - Scanagatti: ''I comuni e i Sindaci mantengono la fiducia dei cittadini, dal Governo autonomia decisionale''

14 Gennaio 2015

Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “la fiducia che i cittadini ancora una volta dimostrano verso i comuni non esime il sindaco dall’assumere tutte le responsabilità di cui è incaricato”

L’Osservatorio Ipsos - ANCI Lombardia ha presentato questa mattina presso la Sala Consigliare del Comune di Bergamo la quinta edizione del Rapporto “Le opinioni dei cittadini e dei sindaci lombardi”.
Per il presidente di ANCI Lombardia, Roberto Scanagatti, “dal Rapporto emerge un quadro della situazione attuale, nella quale si conferma il trend emerso negli ultimi anni che vede le istituzioni perdere credibilità nei confronti dei cittadini. Questo fenomeno è più marcato nei confronti di quei soggetti percepiti più lontani, come il Governo e le Regioni, mentre si attenua nel caso dei Comuni e dei sindaci, sentiti come le istituzioni più prossime e delle quali ci si può fidare”.
La ricerca ha indagato i temi della crisi economica, dei consumi e della qualità della vita; dei tagli ai Comuni e degli effetti su tributi e sui servizi locali; della legge di stabilità e delle riforme costituzionali, per conoscere l’opinione di sindaci e cittadini.
Il presidente di ANCI Lombardia ha ricordato che dal 2007 a oggi i comuni italiani hanno subito una stretta finanziaria di circa 15,8 miliardi di euro. Questi tagli hanno portato nel quadriennio 2008 - 2012 ad una riduzione degli investimenti lordi dei comuni lombardi di 317 milioni di euro e del 30% a livello nazionale.
“I comuni ogni giorno - spiega Scanagatti - devono garantire servizi indispensabili ai cittadini. Il lavoro del Governo per allentare il patto è stato positivo ma nella legge di stabilità rimangono tagli per 1,2 miliardi di euro che sommati ai 300 milioni tagliati l’anno scorso producono un peso che sarà insostenibile nel 2015 e a farne le spese saranno i più deboli e le necessarie manutenzioni cittadine, dalle strade alle scuole. Di più non si può chiedere ai Comuni. Chiediamo che vengano mantenute e non più ridotte le risorse, che quelle generate dall'IMU rimangano ai Comuni e che ai Comuni vengano indicati dei tetti di spesa, lasciando però agli enti locali l’autonomia di decidere come spendere le risorse, affinché i sindaci possano rispondere ai cittadini - elettori delle scelte fatte”.
Su riforme e promozione di una maggiore efficienza amministrativa che aiuti a ridurre i costi, il Presidente di ANCI Lombardia chiede a Governo e Regione “forti incentivi per aiutare i Comuni ad associarsi e a condividere i servizi. Per ridurre gli sprechi e le inefficienze sarà inoltre doveroso operare sulle Regioni, attraverso una loro riorganizzazione, e sulle amministrazioni centrali dello Stato, che presentano ampi spazi di manovra in termini di riduzione dei costi e sulle quali fino ad oggi si è fatto molto poco. Infine, le nuove Città Metropolitane e le Province dovranno essere messe nelle condizioni finanziarie di poter realmente aiutare i Comuni a gestire i servizi su aree vaste”.
Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, commentando la tenuta dell’opinione dei sindaci emersa dalla ricerca ha osservato che “la fiducia che i cittadini ancora una volta dimostrano verso i comuni non esime il sindaco dall’assumere tutte le responsabilità di cui è incaricato e che, senza difese corporative, richiede al primo cittadino una migliore capacità di dialogo e di coinvolgimento della cittadinanza, unica via per uscire da questo momento difficile”.
Presente alla conferenza stampa anche il capo dipartimento economia locale della Fondazione Ifel, Walter Tortorella, per il quale “la realtà supera la percezione. È questo il principale elemento su cui riflettere osservando i dati che emergono dal rapporto dell’Osservatorio ANCI Lombardia IPSOS. Rispetto a quanto raccolto dalle interviste, il confronto con i dati reali disegna una situazione in molti casi più critica per i Comuni lombardi, stretti sotto una manovra di tagli che negli ultimi quattro anni ha raggiunto una quota di circa 1,8 miliardi di euro”.

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