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Presentato a Milano il Manifesto per la legalità e contro il gioco d'azzardo

14 Gennaio 2013

Pier Attilio Superti, segretario generale di Anci Lombardia; “il tema della legalità e del gioco d’azzardo sono molto delicati nella nostra regione perché molti sindaci sono stati minacciati"

Oltre 40 sindaci hanno presentato oggi il “Manifesto per la legalità contro il gioco d'azzardo”.
Il documento presentato a Milano dalla Scuola delle Buone Pratiche, Terre di Mezzo e Legautonomie e sostenuto da ReteComuni di Anci Lombardia, ha preso le mosse dai dati allarmanti che  descrivono il fenomeno delle ludopatie. Si stima infatti in 100 miliardi il fatturato del “settore gioco d’azzardo” (il 4% del PIL), che si impone come la terza industria del paese. 15 milioni sono inoltri i giocatori abituali, di cui 3 a rischio patologico e 800 mila quelli che già soffrono di ludopatie.
Di fronte a questo scenario, Maria Ferrucci, sindaco di Corsico, ha evidenziato che il manifesto mira a 3 obiettivi: “una nuova legge nazionale, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso; delle leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli adempimenti delle regioni per la cura dei giocatori patologici, la prevenzione dei rischi e il sostegno delle azioni degli enti locali. Infine siamo qui per chiedere che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale da gioco e per stabilire le distanze dai luoghi comuni e che sia chiesto ai comuni e alle autonomie locali il parere preventivo vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo”.
Presente all’evento anche Pier Attilio Superti, segretario generale di Anci Lombardia, che ha ricordato come “il tema della legalità e del gioco d’azzardo sono molto delicati nella nostra regione perché molti sindaci sono stati minacciati per aver preso delle misure volte a contrastare la diffusione delle sale da gioco”. Superti ha inoltre ricordato gli interventi che il Governo ha tentato di inserire per fronteggiare le ludopatie e che ha cancellato in una notte, pertanto “non siamo sicuramente noi comuni la lobby che contrasta il cambiamento. I sindaci chiedono invece di poter disporre del potere di regolamentare il proprio territorio perché loro sono i soggetti che più conosco le realtà locali e sanno come operare”.
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