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Riforma servizio idrico, Anci Lombardia: sia garantito ai sindaci un ruolo decisionale

10 Novembre 2010

Le osservazioni di Anci Lombardia alla riforma del servizio idrico presentate in audizione al Consiglio regionale. Fontana: “Siamo i proprietari delle reti, non vogliamo essere espropriati delle nostre funzioni”.

Anci Lombardia ha presentato in audizione al Consiglio regionale le sue osservazioni alla bozza di legge di riforma del servizio idrico.

"La proposta di legge presenta delle criticità molto forti, assolutamente da superare. Non è possibile relegare i Comuni, che sono i proprietari delle reti idriche, a un ruolo secondario di fronte a decisioni che impattano direttamente con la qualità di un servizio fondamentale per i cittadini" – ha spiegato il Presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana – Ci auguriamo che la disponibilità al confronto mostrataci fino ad ora possa portare a un risultato positivo”.

Anci Lombardia sottolinea la necessità di un diretto ed esplicito ruolo decisionale dei Comuni nella definizione del piano d'ambito, della tariffa, dei contratti di servizio e della modalità di gestione.

"E' al sindaco – continua il Vicepresidente di Anci Lombardia Giorgio Oldrini - che i cittadini fanno riferimento quando hanno da avanzare reclami o richieste d'intervento. Allontanare le decisioni facendole assumere a un livello meno diretto e più lontano significa contraddire il principio di sussidiarietà, oltre che il buon senso. I Comuni sono i proprietari delle reti, ma sembra che il diritto di proprietà valga per tutti, meno che per i Comuni".

Anche perché la proprietà delle reti è dei Comuni, che negli anni vi hanno effettuato investimenti cospicui. I Comuni rivendicano allora il diritto di godere e disporre della cosa, quindi il riconoscimento sia di un potere di gestione e un correlativo dovere di controllo, dai quali non si può e non si deve prescindere, altrimenti si andrebbe al di fuori della Legge, svuotando il diritto di proprietà del suo contenuto effettivo.

"Riconosciamo la necessità di un governo di area vasta, ma non possiamo permettere che i Comuni si trovino a dover conferire il loro patrimonio e a trovare fondi per investimenti su cui non avranno voce in capitolo perché decisi da altri - riassume Fontana - Pretendiamo che la conferenza dei Comuni debba poter esprimere un parere vincolante sulla definizione del piano d'ambito, sugli investimenti, sulle tariffe e sulle modalità di gestione del servizio.

Le osservazioni di Anci Lombardia al pdl di riforma del servizio idrico:
•    In quanto proprietari delle reti, i Comuni devono mantenere un ruolo primario, nella governance del servizio idrico integrato.
•    L’assemblea dei sindaci deve essere dotata di poteri ben superiori alla pura espressione di un parere obbligatorio, che può essere disatteso.
•    I pareri espressi dall'Assemblea devono essere vincolanti per la creazione del piano d'ambito, la pianificazione degli investimenti, la determinazione delle tariffe. In caso di parere negativo dell'assemblea c'è l'obbligo di modifica della proposta.
•    In subordine si può accettare lo strumento dell'intesa obbligatoria in sede di conferenza dei Sindaci. Anche in questo caso una mancata intesa comporta la necessità della riformulazione della proposta.
•    Sulla prospettata creazione di Azienda speciale da parte della Provincia, si ritiene indispensabile che la rappresentatività dei Comuni debba esprimersi nella Presidenza ed in una quota non inferiore al 50% dei componenti il Consiglio di Amministrazione.
•    I Comuni affidino le responsabilità delle proprie reti ad una società patrimoniale, da loro integralmente detenuta e gestita, che ne tuteli gli interessi generali.
•    Tale società potrebbe individuare il soggetto gestore secondo le norme regionali e nazionali, e definire il valore delle reti e la possibilità di richiedere canoni di utilizzo parametrati sui livelli di efficienza e di vetustà
•    Gli enti locali vanno consultati dalla Regione, nell'eventualità di una determinazione di ambiti interregionali;
•    Va individuata per legge una percentuale minima della tariffa da destinare a investimenti sulle reti.

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