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Riva del Garda, per i Comuni inizia una nuova fase

3 Luglio 2011

Gli interventi degli amministratori lombardi all'assemblea nazionale dei Piccoli Comuni.

IN ALLEGATO: IL DOCUMENTO CON LE RICHIESTE DEI PICCOLI COMUNI AL GOVERNO
 
“Non sono depresso per l’assenza del Governo a questa XI Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni, ne prendiamo atto e ci rammarichiamo, ma adesso diamo inizio ad una nuova fase, se negli anni abbiamo mostrato tutta la nostra volontà di cooperare e collaborare per riformare il Paese, abbiamo capito ora, anche in considerazione della prossima manovra che il Governo si appresta a varare, che l’interlocutore è inaffidabile e da ora diciamo che non ci stiamo più, chiediamo alle istituzioni centrali di fornirci quello che realmente ci spetta”. Così Mauro Guerra, coordinatore nazionale Anci dei Piccoli Comuni, chiude la due giorni di conferenza di Riva del Garda, dedicati ai Piccoli Comuni e alle Unioni dei Comuni.
“Con la stessa franchezza mi preme ringraziare Alessandro Pansa, capo dipartimento Affari interni territoriali del Ministero degli Interni, che da ieri è rimasto seduto in prima fila e ha ascoltato tutti gli interventi, così come il senatore Enzo Bianco, il cui intervento l’ho apprezzato molto e gli dico che ci saremo, presenteremo le nostre modifiche in Parlamento e mai come adesso alzeremo davvero la voce”.
Guerra nelle sue conclusioni ricorda come “l’Anci e i Piccoli Comuni abbiano dimostrato senso di responsabilità negli anni anche perché volevano far parte di un movimento che andava a cambiare l’architettura istituzionale”. “Ora però – aggiunge – abbiamo capito che l’interlocutore è inaffidabile e poco serio, perché solo in questo modo si può definire chi per anni approfondisce il discorso relativo al fondo di riequilibrio e al federalismo fiscale in generale e in un giorno con una manovra che taglia per altri 3 miliardi i fondi per i Comuni decide di far morire definitivamente l’idea per la quale ha lavorato finora”. Ed ancora: “E’ il momento di far sentire maggiormente la nostra voce”. E rivolgendosi direttamente ai tanti amministratori in sala dice: “E’ il momento di prendere iniziative, di partecipare ai tanti tavoli che decideremo di creare e di scendere in piazza se necessario”.
Infine altre due analisi: “L’accordo con Uncem rafforzerà i nostri territori e la stessa rappresentanza, mentre ribadiamo ancora una volta l’ok alle gestioni associate, ma vogliamo  gestirle con ragionevolezza”. Prima di concludere con l’ultima stoccata: “Se dobbiamo mostrare i muscoli dobbiamo dimostrare di averceli, sappiamo che siamo persone serie che lavorano duramente per i loro territori e che siamo dalla parte della ragione, facciamoci sentire tutti insieme, anche urlando se occorre”. 
 
Ecco una sintesi degli interventi dei sindaci lombardi a Riva del Garda:

Ivana Cavazzini (Sindaco Drizzona, presidente dipartimento Piccoli Comuni di ANCI Lombardia): al Governo assente direi di lasciarci stare, ai nostri Comuni pensiamo meglio noi da soli, che le vostre orge riformatrici. I cittadini ormai sono completamente scollati da questa classe politica, ma non sono scollati da noi sindaci, quindi tocca darsi da fare e vincere la battaglia per l'autonomia affrontando la sfida dell'adeguatezza attraverso la gestione associata. Occorre coraggio e occorre lasciarsi alle spalle un approccio minimalista che ci vede talvolta fare il minimo indispensabile per adempiere alla legge. Occorre perseguire la strada delle unioni gettando il cuore oltre l'ostacolo, piuttosto che assistere a questo stillicidio di tagli ai Comuni.

Giuseppe Sozzi (Sindaco di Brembio): occorre tenere vivo il protagonismo e non agire di rimessa. Ci sono riforme possibili che si possono fare a costo zero, semplificazioni che aiutano il lavoro di Comuni piccoli che non riescono a stare dietro agli adempimenti burocratici che ci vengono richiesti. Associazionismo e semplificazione sono le parole d'ordine: fateci rispermiare tempo e denaro e lasciate che ci dedichiamo ai servizi per i cittadini.

Licia Viganò (Sindaco di Orsenigo): stiamo assistendo a un inquietante arretramento culturale. Il governo sta smantellando la Costituzione che conferisce pari dignità agli enti locali, attraverso la legislazione ordinaria. In più i Comuni si trovano presi in mezzo tra le contraddizioni e la rivalità dello Stato da una parte  e una Regione che tende a farsi sempre più intraprendente: le conseguenze sono leggi contraddittorie e difficoltà crescenti per i Comuni.


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