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Scanagatti scrive ad Assolombardia: ''i Comuni possono incidere fino a un certo punto sulla imposizione locale''

24 Marzo 2015

La lettera al Vicepresidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, in merito alla presentazione del terzo Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza

Il Presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti, ha inviato una lettera al Vicepresidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, in merito alla presentazione del terzo Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza, nella quale evidenzia come i dati presentati dal Rapporto “devono essere letti all’interno del quadro generale della finanza locale”.
Scanagatti, in particolare, sottolinea che “dal 2007 a oggi, infatti, i Comuni italiani hanno subito una stretta finanziaria costata oltre 17 miliardi di euro, a cui nel 2015 si aggiunge un ulteriore sforzo di 1 miliardo e mezzo dalla spending review” e, inoltre, non si deve dimenticare che “i Comuni possono incidere fino a un certo punto sulla imposizione locale, poiché spesso si comportano da semplici “esattori” per conto dello Stato”.
Di seguito il testo della lettera.
 
 
 
Milano,24 marzo 2015
Al Vicepresidente di Assolombarda
Carlo Bonomi
Oggetto: Considerazioni in merito alla presentazione del terzo rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza
Egregio Vicepresidente Bonomi,
è con un certo stupore che all’indomani dell’incontro svoltosi presso la Vostra sede, abbiamo appreso dalla stampa le considerazioni di Assolombarda in merito alle risultanze del terzo Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza.
Tutti gli articoli puntano in particolar modo l’indice nei confronti dei Comuni, colpevoli  di concorrere, attraverso l’aumento della tassazione locale, ad acuire le difficoltà che il mondo delle imprese vivono.
Come ho avuto modo di osservare con il mio intervento durante la presentazione ai Sindaci del vostro Rapporto, i dati devono essere letti all’interno del quadro generale della finanza locale.
Dal 2007 a oggi, infatti, i Comuni italiani hanno subito una stretta finanziaria costata oltre 17 miliardi di euro, a cui nel 2015 si aggiunge un ulteriore sforzo di 1 miliardo e mezzo dalla spending review, che per la Lombardia equivale a circa 1200 milioni di tagli alla spesa corrente, e di 1,8 miliardi dal Patto di stabilità, che in Lombardia significa circa 900 milioni.
La conseguenza più tangibile di questi tagli è stata, nel quadriennio 2008 – 2012, una riduzione degli investimenti lordi dei Comuni lombardi di 317 milioni di euro e del 30% a livello nazionale, senza che le loro funzioni e le loro responsabilità siano state alleggerite.
Come è comprensibile, la contrazione del 30% degli investimenti ha sostenuto, in parte, le spese altrimenti insostenibili per erogare prestazioni e servizi sia alle famiglie che alle imprese, che usufruiscono in egual modo delle attività dei Comuni, a disposizione senza interruzioni anche in momenti di crisi come quello attuale.
La scure dei tagli, inoltre, si è solo in parte abbattuta sui cittadini e sulle aziende, poiché in questi anni i Comuni hanno ridotto le loro spese e reso più efficienti i loro servizi, evitando così di coprire l’ammanco di risorse con l’aumento delle imposte.
Non dobbiamo infine dimenticare che i Comuni possono incidere fino a un certo punto sulla imposizione locale, poiché spesso, come abbiamo ribadito in diverse occasioni, si comportano da semplici “esattori” per conto dello Stato, come nel caso dell’IMU sui fabbricati di tipo D, riscuotendo imposte previste dal Governo centrale, al quale vengono destinate le risorse incassate.
Confermo infine che Anci Lombardia è disponibile ad un confronto di merito con il sistema delle imprese sui tema della riforma della tassazione locale e più in generale su questioni che insieme potremmo affrontare per migliorare il rapporto tra enti locali e sistema economico.
Cordiali saluti.
Roberto Scanagatti
Presidente Anci Lombardia
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