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Tagli, Scanagatti: ''Trattativa finita, ora tocca alle Camere''

20 Novembre 2014

Pubblichiamo l'intervista rilasciata dl Presidente di Anci Lombardia ad Affari Italiani

"La trattativa è finita, adesso tocca al Parlamento". Roberto Scanagatti, sindaco di Monza e presidente dell'Anci Lombardia, in un'intervista ad Affaritaliani.it racconta come è finito il confronto tra enti locali e governo: "Ci sono elementi positivi, come l'eliminazione di molti vincoli, gli oneri urbanizzazione per finanziare la parte corrente. Ma il problema è che restano un miliardo e mezzo di euro di tagli". E poi, sul dissesto idrogeologico: "Una parte della colpa è dei comuni, ma i governi con i condoni hanno fatto un disastro..."
Sindaco Scanagatti, a che punto è la trattativa tra governo e comuni?
Conclusa. Ormai la palla è passata ai due rami del Parlamento perché è là che avverrà la conclusione della vicenda. Il governo presenterà alcuni emendamenti e speriamo nell'approvazione del parlamento. Alcuni di questi emendamenti sono il cuore della questione.
Che cosa dicono gli emendamenti?
Cose molto importanti. Per esempio, l'eliminazione dei vincoli ordinamentali. Tradotto: si tratta di un lungo elenco di tutta una serie di vincoli che si sono accumulati e che hanno reso rigida la possibilità di spendere i soldi dei comuni, nel campo del personale ma non solo. Poi il governo proporrà l'aumento del limite di indebitamento per gli enti. E ci sarà la possibilità del pieno utilizzo degli oneri di urbanizzazione per finanziare la parte corrente. Infine, anche se è una cosa più tecnica, viene spalmata su cinque anni la costruzione di un fondo per i crediti di dubbia esigibilità.
Tuttavia non sono solo rose e fiori...
No, affatto. Rimane il taglio di un miliardo e mezzo di euro e questo non è assolutamente accettabile. Con un miliardo e mezzo in meno non è possibile sostenere i bilanci. Il fatto di aver ottenuto il gettito dell'Imu completamente in capo ai Comuni non basta, perché il Governo probabilmente ci azzererà le addizionali Irpef. Il pareggio dei saldi viene mantenuto, in questa manovra. E' chiaro che questo aspetto ci preoccupa molto. Ne parleremo diffusamente sabato 22, al convegno organizzato con la Fondazione IFEL e Anci proprio a Monza, alla Villa Reale, dalle 10 alle 13.30. Ci saranno Fassino, Baretta, Maroni, Mosca, Gori, De Albertis. Presenteremo anche una ricerca molto interessante di Ipsos.
Cambiamo discorso e parliamo dell'acqua che ha invaso tutto il Nord di Milano e anche Monza. La colpa di chi è? Dei comuni? O di altri?
Le responsabilità vanno suddivise un po' tra tutti. Nel passato una cementificazione disordinata ha sicuramente creato i preosupposti per quello che oggi vediamo. E' anche vero però che il governo di turno ha sempre sanato tutto con i condoni. Parliamoci chiaro: l'abusivismo nasce per contrastare la programmazione territoriale ed urbanistica dei Comuni. Se uno condona, dà ragione a chi viola le regole. E alla fine finiscono sullo stesso piano i Comuni che hanno messo le regole e quelli che non l'hanno fatto, i bravi e i cattivi. E quelli bravi magari oggi pagano anche il prezzo maggiore.
Adesso che cosa si fa?
Adesso c'è grande consapevolezza del problema e del fatto che il consumo di suolo deve essere azzerato o limitato al massimo. Ho parlato con molti sindaci che in questi giorni hanno subito esondazioni e allagamenti. La storia è sempre la stessa: c'è stata sì la tombinatura di fiumi e rogge, ma una parte del problema è anche l'abbandono dei territori di collina e di montagna, e con essi la fine della cura di boschi e terrazzamenti. In più si continuano a ritardare interventi che potrebbero mitigare il fenomeno.
A Monza che cosa avete fatto?
Noi siamo stati colpiti, ma rispetto al 2002, quando ci fu anche una vittima, noi ci siamo rafforzati. Abbiamo un sistema di protezione civile efficiente. Ad aprile avevamo fatto in città una simulazione e se abbiamo limitato al minimo i danni è perché ha collaborato la cittadinanza. Ora però è venuto il tempo di mettere in atto quelle opere infrastrutturali che drammaticamente mancano, come le vasche di laminazione lungo l'asta del Lambro e la cura del reticolo idrico minore.
Il governo che cosa può fare per aiutarvi?
La prima cosa che deve fare è mettere fondi a disposizione. Da soli non ce la possiamo fare, vista l'importanze delle opere idrauliche necessarie. Dall'altra parte ci deve liberare dei vincoli dati dal patto di stabilità per questi interventi di carattere strutturale e non solo per le opere emergenziali.

L'intervista su affaritaliani.it
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