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Tasi, per Anci dai Comuni massima trasparenza sul gettito

9 Settembre 2014

Riguardo le scelte dei Comuni in materia di aliquote Tasi, ‘’l’analisi delle decisioni – afferma la nota dell’ANCI - deve considerare che la legge stabilisce che la Tasi nel suo complesso (abitazione principale e altri immobili) debba compensare il gettito dell'Imu sull'abitazione principale abolita"

"Quando si parla di imposizione immobiliare, la trasparenza da parte dei Comuni e’ massima e si attiene alla prescrizioni di legge. Riguardo poi le aliquote stabilite dalle singole amministrazioni, non si e’ assistito ad alcun ‘balzo’ deciso a livello locale, ma alla naturale conseguenza delle scelte imposte dal Governo e dalla legge’’. E’ quanto precisa l’ANCI, in relazione a quanto riportato in  articoli apparsi oggi su  alcuni quotidiani.
‘’I Comuni hanno l’obbligo di indicare i servizi indivisibili con i relativi costi all’interno del regolamento della Tasi – precisa in particolare l’Associazione – ma non di determinare quanto del costo di ciascun servizio venga finanziato con il gettito. Pertanto, i capoluoghi citati nell’articolo di ‘La Repubblica’ si sono tutti uniformati alle prescrizioni di legge, in qualche caso rimandando ad apposita delibera consiliare l'indicazione analitica dei costi. Resta il fatto che la norma parla di indicazione dei servizi e dei costi ’in modo analitico’, ma non indica le modalita’ di esposizione dei dati, che e’ auspicabile siano uniformati, per non dar luogo a malintesi nella lettura dei dati stessi’’.
Riguardo poi le scelte dei Comuni in materia di aliquote Tasi, ‘’l’analisi delle decisioni – prosegue la nota dell’ANCI - deve considerare che la legge stabilisce che la Tasi nel suo complesso (abitazione principale e altri immobili) debba compensare il gettito dell'Imu sull'abitazione principale abolita; che il Governo e il Parlamento hanno fatto la scelta di non mantenere nella Tasi le agevolazioni di base (detrazioni fisse) sull'abitazione principale (come invece accadeva con l'Imu); che i Comuni hanno subito in questi anni  (dal 2011 al 2014) tagli di risorse per oltre 8,5 miliardi, ai quali si aggiungono i circa 9 miliardi di vincoli del Patto di stabilita’. I tagli sono stati solo in parte compensati dalla maggiore pressione fiscale, resasi obbligata per fornire un ulteriore contributo alla finanza pubblica e garantire i servizi essenziali ai cittadini. Per questo – conclude l’Associazione – e’ fuorviante parlare di balzo delle aliquote deciso a livello locale: anche in questo caso, infatti, l’autonomia dei Comuni ha fortemente risentito delle imposizioni e delle restrizioni di finanza operate a livello centrale’’.
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